Il contrasto, definito anche “ tackle “ (in Inglese), è il tentativo da parte di un giocatore difendente di
recuperare palla quando un avversario ne è in possesso.
Si tratta di un elemento di tecnica applicata che scaturisce da un’azione contemporanea di due o più
giocatori avversari fra loro, nel tentativo di almeno uno di essi di recuperare il possesso palla.
Il contrasto può altresì essere definito come la capacità tattica individuale del difendente avente il fine
primario di togliere il possesso palla all’avversario e, più in generale e / o come fine secondario, di
impedire una qualsiasi giocata da parte del portatore di palla, allontanandola.
L’autore Valerio Colace Istruttore in formazione, presso Tritium Calcio 1908 srl, ci rende pubblica la tesina Corso Coni-FIGC di Treviglio (BG)
Motivazioni della scelta
Desidero precisare che quella di trattare il tema del contrasto è stata una mia scelta volontaria e precisa.
Principalmente per 2 motivi.
Innanzitutto perché non mi piace trattare un qualcosa che è già argomento di altri, ed infatti sono l’unico
corsista ad aver scelto questo tema.
Ed in secondo luogo perché reputo personalmente il contrasto come uno degli elementi fondamentali nel
giuoco del calcio, a discapito di quello che possano pensare in particolar modo i genitori che vedono in
esso una possibile minaccia per i loro figli.
Il contrasto, infatti, oltre a rivelarsi un’applicazione pratica di tecnica calcistica molto utile in determinate
situazioni (come evidenziato più avanti), in ogni sua manifestazione consente ai bambini protagonisti del
gesto (difendente ed attaccante) di apprendere innumerevoli concetti ed informazioni su sé stessi (schemi
motori di base, es. rotolare, scivolare, etc…) e su gli altri (es. cadendo ci si fa male, intervenendo troppo
bruscamente posso far male, etc…).
Definizione
Il contrasto, definito anche “ tackle “ (in Inglese), è il tentativo da parte di un giocatore difendente di
recuperare palla quando un avversario ne è in possesso.
Cos’è
Si tratta di un elemento di tecnica applicata che scaturisce da un’azione contemporanea di due o più
giocatori avversari fra loro, nel tentativo di almeno uno di essi di recuperare il possesso palla.
Tenderà ad essere evitato dal portatore, il quale proverà a mantenere il possesso di palla, mentre verrà
ricercato da colui o coloro che ne sono momentaneamente privi.
Il contrasto può altresì essere definito come la capacità tattica individuale del difendente avente il fine
primario di togliere il possesso palla all’avversario e, più in generale e / o come fine secondario, di
impedire una qualsiasi giocata da parte del portatore di palla, allontanandola.
Per via della sua natura, che tende a far recuperare il possesso di palla o comunque ad interrompere le
giocate avversarie, esso è parte integrante del gioco del calcio e ne costituisce senza dubbio alcuno un
fondamentale in fase di non possesso (fase di interdizione).
Proprio per quanto sopra, può avvenire in ogni zona del campo e può prendere forma in tutte le fasi del
gioco, sia su una palla a terra, sia su una palla aerea; anche se la maggior parte dei contrasti avviene in
situazioni di palla a terra.
Le tipologie
Il contrasto, o “tackle”, si può distinguere principalmente in 2 (due) macro tipologie:
– Indiretto
– Diretto
E’ la forma di contrasto che non prevede alcun contatto con l’avversario né una sua stretta vicinanza, in
quanto consiste nel movimento attraverso il quale si agisce direttamente sulla traiettoria del pallone,
cercando di mettere in una zona d’ombra un avversario (che non sia il portatore), per cercare di impedire
che egli riceva palla attraverso un passaggio diretto.
Questa tipologia di contrasto è propria della fase di interdizione e potrebbe essere definito come il passo
immediatamente antecedente l’intercettamento.
Racchiude in sé tutte le tipologie di contrasto che prevedono un contatto diretto, più o meno intenso, con
l’avversario; rappresenta la netta maggioranza dei contrasti che avvengono nel giuoco del calcio e che
costituiscono l’immaginario comune riferito al termine “ contrasto ”.
A sua volta si distingue in 4 (quattro) tipologie:
– Frontale
– Laterale
– Dorsale
– Scivolato
Contrasto Diretto, Frontale
Rappresenta lo scenario più classico, nel quale i giocatori si affrontano frontalmente.
Il difendente solitamente esegue questa tipologia di contrasto in equilibrio mono-podalico (con
gamba d’appoggio leggermente flessa) e portando l’interno del piede verso la palla condotta
dall’avversario.
Contrasto Diretto, Laterale
La situazione che porta a questa tipologia di contrasto è solitamente una corsa affiancata del
portatore di palla e del difendente verso la medesima direzione (in genere, dopo un
inseguimento), che richiede innanzitutto l’avvicinamento laterale di quest’ultimo all’avversario
per poi eseguire il gesto in equilibrio mono-podalico facendo perno sulla propria gamba interna
(leggasi, vicina all’avversario) ricercando l’impatto con il pallone (contrasto) con il piede della
gamba esterna (leggasi, lontana dall’avversario) al fine di interrompere il possesso del portatore.
Al fine di rendere il proprio intervento ancora più efficace, a volte il difendente è portato a
compiere questo gesto unitamente ad un leggero contrasto corpo a corpo (leggasi, carica di spalla)
per tentare di sbilanciare il portatore di palla.
Contrasto Diretto, Dorsale
Questa tipologia di contrasto racchiude tutte le situazioni in cui il difendente si trova alle spalle del
portatore di palla, siano esse situazioni di movimento o statiche.
Il difendente avrà il duplice fine di impedire al portatore di girarsi senza però appoggiarvisi,
cercando nel contempo di interrompere il possesso di palla avversario agendo in equilibrio mono-
podalico con la punta di un piede, verosimilmente da sotto e da tergo.
Contrasto Diretto, Scivolato
Rappresenta, a mio avviso, la forma di contrasto più intenso e per questo anche la più difficile.
Consiste nello scivolare verso l’avversario, distendendo una gamba verso di lui per cercare con
essa l’impatto con la palla.
L’invenzione di tale gesto è da attribuirsi al giocatore uruguaiano Juan Alberto Schiaffino, che
eseguiva questa tipologia di contrasto con naturalezza (anche da tergo), quando ancora nessuno
conosceva questa tipologia di azione, nemmeno gli arbitri che infatti fischiavano spesso fallo.
La tecnica
E’ un fondamentale che necessita di notevoli componenti, agonistiche e fisiche e che ha come pre-
requisito una buona acquisizione da parte del giocatore che effettua il contrasto degli schemi posturali
(unità funzionali dei movimenti statici) e degli schemi motori di base (unità funzionali dei movimenti
dinamici).
Per risultare maggiormente efficace occorre che il difendente abbia acquisito sufficienti informazioni circa
le caratteristiche tecniche e fisiche dell’avversario che vuol tentare di contrastare.
Tali conoscenze, a volte, unite ad una corretta valutazione della zona del campo in cui ci si trova,
potrebbero far propendere il difendente a non effettuare il contrasto, in quanto ritenuto poco utile o
viceversa troppo rischioso.
Nel dettaglio, occorre quindi che il difendente presti una buona dose d’attenzione a:
E’ necessario che il difendente intervenga nell’attimo migliore, ossia il momento in cui la palla risulti meno
difesa dall’avversario
E’ necessario che il difendente, prima d’intervenire, arrivi alla distanza dall’avversario che gli consenta di
estendere una gamba arrivando a colpire il pallone ed avendo ancora forza per poterlo allontanare o
eventualmente per poter contrastare il tentativo di superarlo da parte dell’avversario.
A seconda della tipologia di contrasto che il difendente sceglie di utilizzare, vengono utilizzate diverse
parti del piede (come evidenziato nel capitolo “Le tipologie di contrasto”).
In questo senso, sebbene alcuni contrasti abbiamo visto essere portati principalmente con l’esterno del
piede (contrasto diretto, laterale) o con la punta (contrasto diretto, dorsale), è opportuno che il
difendente privilegi l’esecuzione di un contrasto con l’interno piede, in quanto consente una maggior
superfice rispetto alle altre parti del piede stesso, oltre ad una più elevata sensibilità.
Proprio per questo, però, è fondamentale che durante l’esecuzione del gesto, al fine di prevenire infortuni
e nel contempo di imprimere la giusta forza, le articolazioni dell’arto inferiore che ricerca il contrasto, con
particolare riferimento al piede alla caviglia ed alle ginocchia, siano mantenuti rigidi.
Tutte le tipologie di contrasto vengono eseguite in situazioni di equilibrio mono-podalico, pertanto,
affinché il gesto risulti efficace, è importante che il corpo sia ben posizionato, piegato in avanti (verso
l’avversario) e con le braccia larghe.
Le capacità
Al fine di attuare una corretta combinazione di tutte le componenti analizzate nel capitolo “La tecnica” e
per eseguire un contrasto che risulti davvero efficace, un difendente deve necessariamente ricorrere
all’utilizzo, ed alla loro ulteriore combinazione, di tutte le capacità:
– senso-percettive
– coordinative (generali e speciali)
– condizionali
Nel dettaglio:
Sono le capacità che il difendente deve possedere per interpretare le informazioni raccolte da tutti i suoi
analizzatori, interni (cinestesico e statico-dinamico) ed esterni (ottico-visivo, vestibolare-uditivo, tattile),
al fine di comprendere adeguatamente la posizione occupata all’interno del campo di giuoco da sé stesso
e dall’avversario.
Sono di 3 (tre) tipologie:
Apprendimento motorio
Controllo motorio
Queste prime due capacità, unite intrinsecamente fra di loro, sono fondamentali per la traduzione
esecutiva e gestionale degli schemi motori, di base e posturali.
Adattamento e trasformazione
E’ la capacità che consente al difendente di rispondere in maniera istantanea ed attraverso
un’azione intenzionale ad eventuali variazioni di esecuzione (una finta). Più in generale
rappresenta la capacità di saper leggere (prevedere) un gesto dell’avversario, in relazione al quale
il difendente è in grado di adattare e trasformare i propri gesti adottando opportune contromosse,
di movimento e / o di intervento.
Capacità, Coordinative SPECIALI
Sono di 10 (dieci) tipologie, ma il Contrasto prevede l’impiego solamente di 9 (nove):
Equilibrio
Considerato che tutti i contrasti avvengono in posizioni di equilibrio mono-podalico, questa è una
capacità coordinativa fondamentale e consente al difendente di rimanere con il proprio corpo in
condizioni di stabilità per avere una maggiore forza al momento dell’impatto con la palla e rendere
il gesto più efficace;
Anticipazione
E’ la capacità che, unitamente alla reazione (di cui sotto), lavora più a stretto contatto con la
capacità coordinativa generale di adattamento e trasformazione, e grazie a questa capacità il
difendente, leggendo in maniera ottimale la situazione di giuoco, è in grado di anticipare
(prevedere) il probabile movimento del portatore di palla, potendo così prevenire i suoi eventuali
movimenti di inganno, impedendo che la palla venga giocata all’avversario che sta attualmente
marcando (nel contrasto indiretto) e / o impedendogli di controllare e condurre palla (nel
contrasto diretto).
Differenziazione sensoriale
E’ la capacità che consente al difendente di impiegare in maniera precisa e graduale la forza da
imprimere nel contatto corpo a corpo e successivamente nell’impatto con la palla.
Reazione
E’ la capacità che, unitamente all’anticipazione (di cui poco sopra), lavora più a stretto contatto
con la capacità coordinativa generale di adattamento e trasformazione, e grazie alla quale il
difendente reagisce nel modo più rapido possibile ad un segnale lanciato dall’avversario, quale
può essere una finta o un tentativo di dribbling o di passaggio.
imprimere nel contatto corpo a corpo e successivamente nell’impatto con la palla.
Percezione spazio-temporale
Consente al giocatore che appronta il contrasto di percepire in maniera adeguata distanze e tempi
al fine di consentirgli di rendere efficace il gesto, percependo il giusto momento per intervenire,
mettendo l’attaccante in una zona d’ombra (contrasto indiretto) e / o colpendo la palla (contrasto
diretto).
Organizzazione spazio – tempo (orientamento)
E’ la capacità che, unitamente alle capacità senso-percettive, consente al difendente di
comprendere adeguatamente la posizione occupata all’interno del campo di giuoco da sé stesso e
dal proprio avversario, al fine di poter organizzare in maniera appropriata la tipologia di gesto da
mettere in pratica, unitamente alle relative tempistiche d’intervento, anche in relazione alla
velocità di movimento dell’attaccante.
Fantasia motoria
Consente al giocatore che sta per approntare un contrasto, di trovare la miglior soluzione
d’intervento sul pallone, anche inventandosi un movimento, in relazione alla porzione di campo
occupata ed alla pericolosità ed alla velocità di svolgimento dell’azione.
Accoppiamento e combinazione
E’ importante per il difendente, essere in grado di utilizzare più gesti, anche complicati, all’interno
di una medesima azione, come ad esempio la corsa all’indietro unita al contrasto, oppure cercare
di contrastare un avversario avendolo alle spalle e guardando il pallone provenire dal portatore,
oppure ancora dare vita ad una ripartenza dopo l’esecuzione di un contrasto.
Trasformazione
Ha come pre-requisiti un’ottima acquisizione degli schemi motori di base unitamente a buone
capacità tecniche, per questo risulta essere una capacità coordinativa assai complicata, ma è tanto
complicata quanto importante dato che grazie a questa capacità un difendente, dopo aver
eseguito un contrasto, può modificare il suo gesto ed eventualmente trasformazione la tipologia
d’azione da difensiva ad offensiva.
Capacità, Condizionali
Sono di 3 (tre) tipologie:
Forza
E’ richiesta una notevole dose di forza per eseguire un buon contrasto, da utilizzarsi sia nella fase
di corpo a corpo, sia nella fase di intervento sul pallone, tentando di ri-conquistarlo o di
allontanarlo.
Nel momento dell’intervento, al fine di rendere il contrasto molto efficace, va impressa
esattamente al centro del pallone.
Velocità (rapidità)
Sia decisionale che esecutiva.
Una velocità decisionale aiuta il difendente ad agire repentinamente da un punto di vista psico-
motorio consentendogli di decidere e di capire quale tipologia di contrasto risulti la più opportuna
(variando quindi la parte del piede da utilizzare) a seconda anche della zona di campo in cui ci si
trova.
Una buona velocità esecutiva consente al difendente di effettuare il contrasto nella maniera più
rapidamente possibile, interrompendo quindi prima l’avanzata del portatore.
Resistenza
Molto utile nel caso di contrasti che si prolungano nel tempo o, soprattutto, nel caso di situazioni
in cui è richiesto un intervento verso il termine dell’incontro, dopo aver profuso energie durante
tutta la durata dell’incontro.
Fattori influenzanti
Così come la prestazione calcistica nella sua globalità, tutti i gesti tecnici (compreso il contrasto), nella
loro peculiarità vengono influenzati a svariati fattori.
Nello specifico ci sono 2 fattori endogeni che più degli altri influenzano l’efficacia di un contrasto:
– Coraggio
– Determinazione
Coraggio
E’ un fattore endogeno, proprio di ogni individuo, che caratterizza la propensione dello stesso a
mettersi in gioco ed entrare in prima persona in una determinata azione, dopo averne ponderato
la necessarietà, in relazione anche alla posizione del campo in cui si trova ed in relazione alla
specificità di ogni singola situazione.
Determinazione
Rappresenta la volontà endogena di portare a termine una determinata azione, facendo scivolare
in secondo piano eventuali possibili difficoltà dettate dalla fatica o dal dolore (fattori esogeni); è
un fattore interno ad ogni individuo, e per questo assume ancora più importanza nell’esecuzione
di ogni gesto ed il suo impiego è sempre molto forte.
Esercizi
Obiettivo primario: ricerca del contrasto
Secondari: rapidità, 1c1 e difesa della palla
Materiale (elementi) impiegato:
8 cerchi (4 gialli + 4 rossi)
4 porticine (2 azzurre + 2 verdi)
4 ostacoli
palloni (uno per ogni bambino)
casacche (azzurre e verdi)
Esercizio 2 – Esercitazione situazionale
per PICCOLI AMICI / PULCINI
durata, 25min.
Obiettivo primario: ricerca del contrasto
Obiettivi secondari: visione periferica, dribbling, 1c1 e difesa della palla (2c1)
Materiale (elementi) impiegato:
delimitatori (es. cinesini)
palloni (uno per ogni bambino)
casacche (bianche e azzurre)
Sulla base del numero di bambini presenti nel gruppo, si creano N gruppi composti al massimo da 8-10 giocatori.
Per ogni gruppo si delimita 1 campo di 15mt * 15mt.
In ogni gruppo si dividono i ragazzi (con casacche) creando un gruppo, in superiorità numerica di almeno 2 unità.
Questo gruppo sarà denominato “Attaccanti” mentre l’altro gruppo, senza pallone, verrà denominato “Sparvieri”.
Il gruppo che sarà in superiorità numerica avrà un pallone per ogni ragazzo, mentre l’altro giocherà senza pallone.
Tutti i giocatori in campo possono muoversi SOLO in avanti.
Al segnale, che potrà essere dato sia dall’Istruttore che dai giocatori stessi, i ragazzi con il pallone dovranno cercare
di attraversare il campo andando nella zona di partenza del gruppo opposto, senza farsi rubare il pallone dagli
Sparvieri, i quali saranno in inferiorità numerica e dovranno quindi essere svegli per cercare di contrastare il maggior
numero di avversari con un solo intervento (es. spingendoli in un’unica direzione: chiudendoli versa la riga laterale).
Ogni pallone recuperato da uno Sparviero assegna 1 punto al loro gruppo.
Ogni 2 palloni portati nella zona di meta dagli Attaccanti, assegna loro 1 punto.
Varianti:
– gli Attaccanti possono condurre palla utilizzando solo il piede DEBOLE;
– gli Sparvieri possono effettuare il contrasto (e quindi rubare palla) SOLO tramite Scivolata;
– consentire agli Attaccanti di superare gli Sparvieri SOLO tramite finta / dribbling;
– far condurre la palla agli Attaccanti ALL’INDIETRO, favorendo così il Contrasto Diretto Dorsale;
– togliendo qualche pallone, possiamo creare tanti 2c1, facendo in modo che gli Attaccanti possano superare
lo Sparviero solo attraverso una finta, un dribbling o un gesto tecnico (es. triangolazione);
Esercizio 3 – Esercitazione situazionale
per PULCINI / ESORDIENTI
durata, 25min.
Obiettivo primario: ricerca del contrasto
Secondari: visione periferica, 2c1, possesso e difesa della palla
Materiale (elementi) impiegato:
6 conetti (3 rossi + 3 gialli)
2 porticine (di colore differente)
palloni (uno per ogni bambino)
casacche (bianche e verdi)
Sulla base del numero di bambini presenti nel gruppo, si creano N gruppi composti da 3 giocatori.
Si crea 1 campo di 12mt * 12mt ogni 2 gruppi, affinché uno giochi e l’altro recuperi.
In ogni campo si dispongono 2 porticine, di 2 colori differenti, ai vertici alti del campo.
Dopo di che a circa 10mt dal vertice basso e centrale del campo, si dispongono dei conetti, a formare una “mezza
luna” (come in figura) e comunque alternati: 1 rosso, 1 giallo, 1 rosso, etc.
I giocatori vengono divisi in 2 squadre (nell’esempio, bianchi e verdi) e si disporranno nel vertice basso e centrale,
tutti con un pallone a testa.
Nell’esempio, il bianco sarà il difendente mentre i verdi saranno gli attaccanti.
Al comando, tutti i giocatori dovranno condurre palla verso l’elemento indicato dall’Istruttore (es. giallo, o sole,
etc…), dopo di che gli attaccanti dovranno lasciare il proprio pallone (passandolo ad un proprio compagno in attesa)
e cercare di togliere il pallone al bianco.
Il Difendente avrà il compito di cercare di mantenere il possesso palla per almeno 10”.
Presumibilmente nascerà un contrasto per togliere palla al difendente, dal quale si originerà poi il 2c1, con
l’obiettivo di fare gol in una delle 2 porticine laterali.
Varianti:
– al comando puntare il colore OPPOSTO;
– il comando viene dato direttamente dal difendente (che quindi può avvantaggiarsi in partenza);
– consentire conduzione palla solo con piede DEBOLE;
– consentire gol solo dopo aver eseguito una finta, un dribbling o un gesto tecnico (es. triangolazione);
– consentire gol solo in una delle 2 porticine (es. chiamando il colore della porticina).
Esercizio 4 – Esercitazione situazionale
per PULCINI / ESORDIENTI
durata, 25min.
Obiettivo primario: ricerca del contrasto (dorsale)
Secondari: rapidità, 1c1, 2c1 e difesa della palla
Materiale (elementi) impiegato:
2 porticine (di 2 colori differenti)
palloni (uno per ogni bambino)
casacche (azzurre e bianche)
Sulla base del numero di bambini presenti nel gruppo, si creano N gruppi composti da 3 giocatori.
Si crea 1 campo di 12mt * 12mt ogni 2 gruppi, affinché uno giochi e l’altro recuperi.
In ogni campo si dispongono 2 porticine, di 2 colori differenti, ai vertici alti del campo.
I giocatori vengono divisi in 2 squadre (nell’esempio, azzurri e bianchi).
Nell’esempio, i ragazzi in superiorità numerica (azzurri) saranno gli attaccanti, mentre gli altri saranno i difendenti.
I giocatori si disporranno quindi come in figura:
– 1 attaccante, con la palla, a 12mt dalla linea di fine campo;
– 1 attaccante + 1 difensore, sulla linea di fine campo, rivolti verso il portatore.
L’inizio parte su decisione dell’attaccante “marcato”, che deciderà autonomamente quando partire per andare
incontro al suo compagno, il quale dovrà cercare di giocargli una palla diretta, evitando che il difendente la
intercetti.
Inizialmente si gioca un 1c1, e quindi il portatore iniziale non può partecipare all’azione, ma sarà comunque
determinante avviando la giocata con un buon passaggio (magari già indirizzato verso la porta).
Dopo di che, si può passare ad un 2c1, costringendo così il difendente ad applicare i meccanismi di contrasto e
marcamento e gli attaccanti ad applicare finte, dribbling e gesti tecnici.
Varianti:
– consentire passaggio solo con piede DEBOLE;
– nell’1c1, consentire gol solo dopo aver eseguito una finta;
– nel 2c1, consentire gol solo dopo aver eseguito una finta, un dribbling o un gesto tecnico (es.
triangolazione);
– consentire gol solo in una delle 2 porticine (es. chiamando il colore della porticina).
Esercizio 5 – Esercitazione situazionale
per PULCINI / ESORDIENTI
durata, 25min.
Obiettivo primario: evitare il contrasto
Secondari: visione periferica, finta, dribbling, passaggio, rapidità, 1c1 e difesa della palla
Materiale (elementi) impiegato:
4 conetti (2 gialli + 2 rossi)
1 sagoma (o 2 paletti, disposti ad X)
1 cerchio
palloni (uno per ogni bambino)
casacche (azzurre e verdi)
Sulla base del numero di bambini presenti nel gruppo, si creano N gruppi composti da 3 giocatori.
Per ogni gruppo, si crea 1 campo di 5mt * 12mt per ogni gruppi.
In ogni campo si dispongono 2 zone di partenza, lunghe ca 2mt, delimitate ciascuna da 2 conetti di ugual colore.
I giocatori vengono divisi in 2 squadre (nell’esempio, azzurri e verdi), anche se inizialmente non vi è alcuna
distinzione tra giocatori aventi una casacca differente, pertanto tutti e 3 i giocatori svolgono il medesimo esercizio,
se non che 2 lavorano ed 1 recupera.
In una zona di partenza si prevedono 2 giocatori (con un pallone), il 3° giocatore sarà nell’altra.
A ca 6mt, comunque nel mezzo, si dispone una sagoma (2 paletti ad X), che dovrà essere evitata dal portatore.
Questi dovrà guidare palla verso la sagoma (primo obiettivo tecnico), in prossimità della quale dovrà eseguire una
finta o un dribbling (tecnica applicata), che dovrà variare ad OGNI esecuzione.
DOPO la finta, il giocatore di fronte deciderà se muoversi verso dx o verso sx, comunque verso uno dei 2 conetti
gialli (importante il tempo del movimento: DOPO la finta)
Il portatore dovrà quindi osservare il movimento del proprio compagno e trasmettergli palla sul conetto scelto.
Il ricevente dovrà quindi controllare palla EVITANDO il conetto (aspettando palla e girando dietro o attaccando la
palla e passando davanti), dopo di che guiderà palla verso la sagoma per eseguire a sua volta l’esercizio con le stesse
modalità, con il 3° compagno (nell’esempio, con la casacca verde).
Chi ha trasmesso palla prende poi il posto del compagno.
In una seconda fase, al posto della sagoma, si dispone un cerchio all’interno del quale si disporrà il giocatore con
l’unica pettorina diversa, il quale svolgerà ora il ruolo di “sagoma attiva” (difendente).
L’esercizio rimane identico, ma la sagoma potrà muoversi, pur dovendo mantenere almeno 1 piede nel cerchio.
Gli attaccanti dovranno quindi eseguire finte o dribbling in maniera più convinta, per evitare un possibile contrasto.
Varianti:
– consentire conduzione solo con piede DEBOLE;
– consentire passaggio solo con piede DEBOLE;
– obbligare controllo (su ricezione) di interno / esterno / suola;
– obbligare finta, chiamandola.
Conclusioni
Quello che a Novembre 2013 mi si prospettava come un impegno (scrivere la tesina), si è rivelato poi
essere un piacevole passatempo serale, durante il quale ho quotidianamente apportato aggiunte,
modifiche, revisioni e inserimenti… Fino ad oggi, quando ho definitivamente premuto i tasti “Salva con
nome” e “Stampa”.
Confidando di essere riuscito nel mio intento di esplicare cosa sia il gesto tecnico del contrasto,
nonostante avrei voluto e potuto trattare svariati altri temi, come il contrasto aereo (che ho solo
accennato) o come la possibilità di commettere un fallo qualora il contrasto risultasse troppo vigoroso o,
peggio, fosse apportato direttamente sull’avversario anziché sul pallone; temi che, purtroppo, per
mancanza di tempo e per non risultare pedante e / o ridondante, ho volutamente non trattato.
Confido però che dal mio lavoro traspaia tutto l’entusiasmo che ho immesso nel crealo e che venga
apprezzato, oltre che per i suoi contenuti, anche per questo.
Ringraziamenti
Il primo ringraziamento va alle mie amiche Benedetta, Elisa e Valeria ed ai miei amici, Davide, Enrico,
Matteo e Roberto, ai quali ho dovuto sottrarre del tempo, preferendolo dedicare alla frequentazione di
questo Corso, che da tanto volevo fare.
Desidero poi ringraziare i 47 corsisti con i quali ho condiviso 70 ore negli ultimi 80 giorni e che ho dovuto
stressare un po’ tempestandoli di e-mail, ma che ho finalmente imparato a conoscere (almeno per
cognome): Alampi, Angiolini, Bettoni (alla fine ce l’ho fatta ad associare il viso al cognome), Blini, Bomei,
Carenini, Castiello, Chiarini, Colombo A., Colombo P., Cuppini, Della Sala, Dusini, Ferrante, Finardi,
Fustinoni, Gelfi, Ghilardi, Giacobbi, Gipposi, Giurina, Iacoban, Lattarulo, Lazzaroni, Lodetti, Manca (che
nonostante il congome non manca mai), Mazzoleni, Micheli, Morelli, Mutti, Pagnoncelli, Pala, Riceputi,
Riganti (fattosi carico di tutto il materiale tecnico per le lezioni pratiche), Rondi, Rottoli, Scarpellini (troppo
scarso per giocare, ma ottimo Istruttore), Seniga, Serra, Sironi, Spolti, Tarenghi, Trocchia, Vinciguerra
(l’uomo dalle 1.000 domande), Zanini, Zerbini e Zetti (inseparabile compagno di seduta).
Vorrei inoltre ringraziare i Professori ed i docenti, che hanno dedicato il loro tempo alla realizzazione del
Corso, consentendomi di crescere sia come Istruttore e sia come Uomo: i Prof. Argenton, Prof. Castelnovo,
Prof. Dagrada e Prof. Trombello, i Dott. Pesenti e Dott. Paganelli, ed i docenti Milone, Peccati, Sangalli,
Rossini, Capoferri e Maggi, e con particolare affetto desidero ringraziare l’insostituibile Prof. Righini.
Infine, per ultima, ma solo perché almeno rimane maggiormente impressa, desidero ringraziare la mia
famiglia, che mi ha sempre supportato nonostante sia mancato all’ora di cena per 3 sere a settimana per
3 mesi; grazie Silvestro, Mafalda, Giuseppe, Ornella, Carlotta, Sitges e… Genny (rip).
Corso Coni-FIGC di Treviglio (BG)
Autore: Valerio Colace
Istruttore in formazione, presso Tritium Calcio 1908 srl